venerdì 6 marzo 2015

Accoliti e ministranti

Premessa

Come tutti i ministeri anche quelli dell’Accolito e il servizio dei Ministranti hanno il loro fondamento in “una Chiesa tutta ministeriale”. Essi sono suscitati dal Signore nella comunità e per la comunità sono quindi per la edificazione del corpo del Signore e fanno necessariamente riferimento alla Parola e all’Eucaristia.
I ministeri non sono “attribuzioni onorifiche” o “accrescimento di potere” ma un dono dello Spirito Santo che rispondendo ad una particolare chiamata del Signore si traduce in servizio ai fratelli.
Dopo la riforma voluta da Papa Paolo VI tutta la ministerialità possiamo classificarla in tre gruppi:
a) La ministerialità ordinata (Vescovo, Presbiteri e Diaconi b) La ministerialità Istituita (Lettori e Accoliti) c) La ministerialità di fatto che raggruppa tutti i vari servizi che si esercitano nella chiesa sia in ambito liturgico che in abito catechetico-caritativo.
Qualunque esercizio di ministero non si esaurisce o peggio non si rinchiude nell’ambito rituale-celebrativo ma trova un suo “inveramento” e prolungamento nel “sacramento dei fratelli” specialmente piccoli, poveri e malati.
Il riferimento necessario di ogni ministero alla Parola e dell’Eucaristia coagula i vari ministeri intorno a due aree di esercizio: l’area della Parola per tutti i ministeri che ad essa si riferiscono (Lettori, Catechisti, Salmista, Coro ecc.) e l’area dell’Eucaristia o della carità che da essa scaturisce (Accolito, Ministri straordinari della Comunione, Ministranti, Operatori caritas, Ministri della raccolta e dell’accoglienza ecc.).
A questa seconda area di esercizio ministeriale fanno riferimento le figure dell’Accolito Istituito e dei Ministranti.

L’Accolito

Il ministero dell’Accolito, considerato fino alla riforma Conciliare un Ordine Minore, diviene con la lettera apostolica (motu proprio) di Paolo VI Ministeria quaedam (15-08-1972) uno ministero istituito. E’ la prima volta che si attribuisce ad un laico il termine di ‘ministro’. Ministero che si radica sui sacramenti della iniziazione cristiana e fa riferimento all’altare ossia alla Eucaristia. E’ detto ministero “Istituito” in quanto conferito con un gesto ecclesiale di investitura da parte dei pastori cui spetta anche il discernimento e l’approvazione. La caratteristica che lo contraddistingue dagli altri ministeri di fatto è che gode di una maggiore stabilità.
Questo ministero viene conferito mediante un sacramentale cioè una benedizione contenuta nel libro: Pontificale Romano - Istituzione dei ministeri, consacrazione delle vergini, benedizioni abbaziali.
Nel rito vengono anche evidenziate le funzioni proprie dell’Accolito che sono: aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgere il loro ufficio; distribuire ai fedeli e portare agli ammalati, come ministro straordinario, la santa comunione; la cura dei vasi sacri, amare il popolo di Dio che è il corpo mistico di Cristo, specialmente i deboli e gli infermi. Nel rito della istituzione all’Accolito viene consegnato dal Vescovo la patena con il pane e/o il calice con il vino da consacrare a indicare il suo ruolo e il suo ministero nella celebrazione. Questa sottolineatura eucaristica indica chiaramente la collocazione del ministero nel quadro del mistero salvifico che ha nell’eucaristia il suo vertice. Ma va rimarcato che l’Accolito mentre esercita il suo ministero a servizio dell’assemblea si fa corpo con essa di cui Cristo è capo: “Non dimenticate che, per il fatto di partecipare con i vostri fratelli all’unico pane, formate con essi un solo corpo”.
Inoltre l’esercizio di questo ministero non deve esserci frattura fra rito e vita, dal momento che il servizio degli Accoliti si apre anche al prima e al dopo della sfera cultuale.
Se ne deduce che per il ministero dell’Accolito le aree del suo ministero partono dalle istanze di carità che promanano dall’Eucaristia. Per lui si tratta di un impegno ministeriale di animazione di tutto quel vasto settore in cui si esplica la carità di Gesù per l’uomo: a) Animazione e coordinamento dei Ministri straordinari della Comunione, perché non siano semplici “portatori” di comunione ma al servizio delle persone che incontrano soprattutto se anziani, se soli, se malati, se poveri, se in situazione di disagio; b) Inserimento nella Caritas parrocchiale o in quelle forme di volontariato che si chinano sull’uomo nel bisogno, evidenziando così lo strettissimo rapporto che intercorre tra mensa eucaristica e mensa del povero; c) Esercizio del ministero verso quelle persone anziane che vivono semiabbandonate nelle case di riposo, i malati nelle case di cura, gli orfani negli orfanotrofi ecc.

I Ministranti

I ministranti sono coloro che assolvono, per incarico temporaneo il ruolo dell’Accolito (tranne il distribuire la comunione). Ma rispetto al ministero dell’Accolito ha una duplice delimitazione: nell’ufficio che svolge dove ha incarichi minori: reggere il messale, la croce, le candele, i vasi degli olii, il turibolo, le ampolline ecc. e nella durata perché è temporaneo.
La tradizione ci ha consegnato una visione di servizio prestato prevalentemente, se non esclusivamente, da ragazzi o bambini giustificandolo come un apprendistato per un eventuale ministero ordinato. Le motivazioni che spingevano a questo servizio erano la pressione familiare, il desiderio di protagonismo del ragazzo o bambino. Occorre lavorare per il superamento di una concezioni utilitaristica per cui i ministranti servono per dare un po’ di colore a celebrazioni piatte e noiose.
La visione ecclesiale scaturita dai documenti conciliari ci mostra una comunità che partecipa pienamente e consapevolmente alla celebrazione ed esprime questo suo atteggiamento anche attraverso servizi semplici non eseguiti in maniera coreografica ma discreta e convinta.
Servire all’altare durante la celebrazione eucaristica, sarà valorizzato se a compierlo non saranno soltanto bambini ma anche adulti che nello svolgere questo servizio testimoniano anche così la loro partecipazione.

Sedi e vesti dei ministri

Affinché, sia l’Accolito che i Ministranti, possano svolgere agevolmente il loro servizio devono avere la loro sede in presbiterio tenendo presente che le sedi loro riservate siano distinguibili da quelle del clero e posizionate in modo da facilitare al massimo l’esercizio del loro ufficio.
Per l’abito sia l’Accolito che gli altri ministri laici possono indossare, nell’esercizio del loro ministero, il camice o alba o un abito approvato dalla Conferenza Episcopale della propria regione.

1 Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri, consacrazione delle vergini. benedizione abbaziale, Conferenza Episcopale Italiana – Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1980, Premesse n.1
2 Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri……, Ibidem n.2
3 Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri….., Ibidem n.3
4 Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri…., Ibidem n.3
5 CEI, Documento pastorale Evangelizzazione e ministeri (15 agosto 1977),65, in ECEI II/2822
6 Pontificale Romano, Istituzione dei ministeri…., Ibidem n.29
7 Ordinamento Generale del Messale Romano n. 295
8 Ordinamento Generale del Messale Romano n. 310
9 Ordinamento Generale del Messale Romano n. 339

di Antonio Cappelli, diacono della Diocesi di Roma, Maestro  delle celebrazioni liturgiche del Capitolo Lateranense

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