lunedì 9 marzo 2015

Sacerdozio maschile e femminile nella chiesa

"Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». "

Dal catechismo della chiesa cattolica:
Il Battesimo rende partecipi del sacerdozio comune dei fedeli.

 1268 I battezzati sono divenuti « pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo » (1 Pt 2,5). Per mezzo del Battesimo sono partecipi del sacerdozio di Cristo, della sua missione profetica e regale, sono « la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui » che li « ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce » (1 Pt 2,9). Il Battesimo rende partecipi del sacerdozio comune dei fedeli.

 1273 Incorporati alla Chiesa per mezzo del Battesimo, i fedeli hanno ricevuto il carattere sacramentale che li consacra per il culto religioso cristiano. Il sigillo battesimale abilita e impegna i cristiani a servire Dio mediante una viva partecipazione alla santa liturgia della Chiesa e a esercitare il loro sacerdozio battesimale con la testimonianza di una vita santa e con una operosa carità.


1279 Il frutto del Battesimo o grazia battesimale è una realtà ricca che comporta: la remissione del peccato originale e di tutti i peccati personali; la nascita alla vita nuova mediante la quale l'uomo diventa figlio adottivo del Padre, membro di Cristo, tempio dello Spirito Santo. Per ciò stesso il battezzato è incorporato alla Chiesa, corpo di Cristo, e reso partecipe del sacerdozio di Cristo.


L'unico sacerdozio di Cristo

1544 Tutte le prefigurazioni del sacerdozio dell'Antica Alleanza trovano il loro compimento in Cristo Gesù, « unico [...] mediatore tra Dio e gli uomini » (1 Tm 2,5). Melchisedek, « sacerdote del Dio altissimo » (Gn 14,18), è considerato dalla Tradizione cristiana come una prefigurazione del sacerdozio di Cristo, unico « sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek » (Eb 5,10; 6,20), « santo, innocente, senza macchia » (Eb 7,26), il quale « con un'unica oblazione [...] ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati » (Eb 10,14), cioè con l'unico sacrificio della sua croce.

1545 Il sacrificio redentore di Cristo è unico, compiuto una volta per tutte. Tuttavia è reso presente nel sacrificio eucaristico della Chiesa. Lo stesso vale per l'unico sacerdozio di Cristo: esso è reso presente dal sacerdozio ministeriale senza che venga diminuita l'unicità del sacerdozio di Cristo. « Infatti solo Cristo è il vero Sacerdote, mentre gli altri sono i suoi ministri».

Due partecipazioni all'unico sacerdozio di Cristo

1546 Cristo, Sommo Sacerdote e unico mediatore, ha fatto della Chiesa un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre. Tutta la comunità dei credenti è, come tale, sacerdotale. I fedeli esercitano il loro sacerdozio battesimale attraverso la partecipazione, ciascuno secondo la vocazione sua propria, alla missione di Cristo, Sacerdote, Profeta e Re. È per mezzo dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione che i fedeli « vengono consacrati a formare [...] un sacerdozio santo».

1547 Il sacerdozio ministeriale o gerarchico dei Vescovi e dei sacerdoti e il sacerdozio comune di tutti i fedeli, anche se « l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano all'unico sacerdozio di Cristo», differiscono tuttavia essenzialmente, pur essendo «ordinati l'uno all'altro». In che senso? Mentre il sacerdozio comune dei fedeli si realizza nello sviluppo della grazia battesimale vita di fede, di speranza e di carità, vita secondo lo Spirito, il sacerdozio ministeriale è al servizio del sacerdozio comune, è relativo allo sviluppo della grazia battesimale di tutti i cristiani. È uno dei mezzi con i quali Cristo continua a costruire e a guidare la sua Chiesa. Proprio per questo motivo viene trasmesso mediante un sacramento specifico, il sacramento dell'Ordine.

Il senso del sacerdozio cristiano sta in Cristo e nel suo sacrificio: la croce
Ed è un sacerdozio di segno opposto rispetto a quello che vanno cercando gli affezionati e le affezionate dei paramenti sacri e degli scranni.
I paramenti del Cristo sono gli abiti laceri e insanguinati dal flagello, la tiara è una corona di spine conficcata sul suo capo, il rito sacerdotale è l'ultima cena, è l'orto degli ulivi, ed è soprattutto il sacrificio della croce. 
Gesù è sacerdote perfetto perchè è vittima prima che sacerdote, perchè è Dio prima che uomo offerente, perchè è senza peccato e assume tuttavia su di sè ogni peccato, pagando la colpa di tutti.
E' questo il sacerdozio che vanno cercando coloro che pensano al presbiterato come a un privilegio?
Ma tutti noi possiamo esercitare il sacerdozio della croce, tutti possiamo caricarci della nostra sofferenza e di quella degli altri. Tutti possiamo mangiare del corpo di Cristo, perchè è proprio per noi che viene consacrato ogni giorno. E tutti noi possiamo chiamare Dio "padre", anzi... "papà".
Tutti noi possiamo essere consacrati con l'olio crismale del sacerdozio, della regalità e della profezia, e lo siamo nel battesimo. Non vi è altro sacerdozio nella chiesa che quello di Cristo.

Nella chiesa il sacerdozio comune dei fedeli, derivante dal battesimo, è un dono concesso tanto alle donne quanto agli uomini. I ministeri ecclesiali sono diversi, ma il sacerdozio, che è intimamente connesso col battesimo ricevuto, e che ben emerge dalla preghiera del Padre Nostro, e che si esprime nella santa messa e nel vivere una vita santa, amando Dio e i fratelli e accettando di portare ciascuno la propria croce, quel sacerdozio è uguale per tutti.
Il sacerdozio cristiano è lo stesso per tutti, anche se per ciascuno è differente, perchè è un sacerdozio che sta nel rapporto di amore unico e inclusivo che c'è fra Dio e il figlio che ogni cristiano è per Lui.
Se alla donna non è dato di rivestire il ruolo del presbitero, perchè ciò non sta nel mandato che Gesù le ha affidato, è però dato di partecipare ampiamente, come ogni cristiano, del sacerdozio di Cristo, essendo la donna cristiana addirittura una figlia per Dio.
Il presbiterato non è un diritto, non è un mestiere come un altro, non è per se stessi, ma è un ruolo che si assume per la chiesa. Nessun uomo e nessuna donna può rivendicare un "diritto al presbiterato".

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