lunedì 16 marzo 2015

Le vesti della liturgia

Mi limito in questa nota a parlare delle sole vesti principali, che sono intrinsecamente dotate ab antiquo di una propria valenza simbolica e tralascio l'attribuzione di significati pretesa in epoche più recenti.

Il camice o alba è la veste bianca che indossano non solo dal ministro ordinato che presiede, ma anche da tutti i ministri e dai ministranti, in alre parole da tutti coloro che officiano durante la liturgia.
L'alba tunica si deve identificare con la nuova veste immacolata che ogni cristiano riceve durante il battesimo. E' dunque la veste che compete ad ogni battezzato.
Partecipando della simbologia legata al colore bianco, l'alba tunica richiama la luce e la grazia santificante ricevuta nel primo sacramento; è considerata simbolo della purezza necessaria per entrare nella gioia eterna della visione di Dio in Cielo (cf. Matteo 5,8). 

«...Coloro che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell'Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. »  Ap 7, 14-15: 

Il cingolo è il cordone che stringe ai fianchi l'alba tunica (o camice); è indossato da tutti coloro che partecipano alle funzioni liturgiche indossando l'alba o il camice (ministri ordinati e istituti, e ministranti).
Anche se può avere il colore del tempo liturgico esso è normalmente bianco, salvo dei particolari usi e significati locali. Quando i ministri ordinati indossano le loro specifiche  vesti superiori, il cingolo rimane nascosto.
 

Il cingolo è ritenuto segno di contrizione e di penitenza. Ma è sorattutto segno di disponibilità al servizio e di attesa della partenza: gli ebrei infatti consumarono l'agnello pasquale con i fianchi cinti (Es 12,11).
"Si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto." Gv 13,4-5

La stola è un paramento liturgico costituito da una striscia di stoffa lunga tra i 200 e i 250 centimetri; è ornata generalmente con tre croci, una per ciascuna estremità e una al centro; la stola può essere più o meno decorata con ricami e il suo colore varia a seconda del tempo liturgico. 
dalla Chiesa cattolica e da altre comunità cristiane, comune ai diaconi, ai presbiteri e ai vescovi.
Si tratta del segno distintivo proprio dei ministri ordinati (diacono, presbitero e vescovo) e il suo uso nelle celebrazioni è obbligatorio. 
Il diacono la indossa diagonalmente, dalla spalla sinistra al fianco destro; il presbitero e il vescovo la portano al collo facendola scendere da entrambe le spalle verso le gambe;
Quando i ministri indossano i paramenti superiori (dalmatica, casula o pianeta e piviale) la stola rimane di fatto invisibile.

La stola ricorda il passo evangelico, "poiché il mio giogo è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,30).

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