domenica 15 marzo 2015

Gli abusi liturgici

Il tema degli abusi liturgici è sempre piuttosto caldo e attuale.
Tre sembrano essere le posizioni nella chiesa rispetto alla questione: la prima è quella tradizionalista, la seconda è quella modernista, la terza, infine, è quella che io chiamerei ispirata e regolare.

Per i tradizionalisti la messa va cantata, recitata dal "sacerdote", i fedeli "ascoltino" la messa (come una volta). Per il tradizionalista è il latino (chissà perchè non l'aramaico?) la sola lingua che sia degna di essere pronunciata tra le mura di una chiesa. La solennità è per lui il fine stesso della celebrazione: gli altari devono essere solenni, i canti solenni, i paramenti solenni... 
Per i tradizionalisti tutta la liturgia cattolica, dal Vaticano II in poi, è diventata sostanzialmente un rosario di abusi: abuso è la comunione data in mano al fedele (orrore!), abuso è il laico che osa leggere dal lezionario la parola di Dio, abuso è l'altare povero di candele (soltanto due) e rivolto (ahinoi) alla navata. E ancora, abuso è che si usi la lingua corrente, e che il fedele magari osi stare in piedi durante la consacrazione, o non sia perennemente inginocchiato, assorto, contrito, con le mani giunte come nei santini...
Insomma, per il tradizionalista è tutto un abuso ciò che si fa in chiesa in modo diverso da "come si faceva una volta". Non gli importa un fico se questo nuovo fare sia un fare maggiormente rispettoso del vangelo, non gli importa se si tratti di un fare più fedele alla teologia della chiesa, più vicino perfino alle origini del cristianesimo: tutto è un abuso!

Per i modernisti invece... non esiste semplicemente alcun abuso nella liturgia, perchè tutto è permesso. E' permesso al prete leggere il giornale appoggiandosi all'altare come a una scrivania, è permesso suonare il rock in presbiterio, magari il sabato santo, è permesso consacrare il corpo di Cristo vestendo giocondi paramenti arcobaleno, ed è permesso celebrare svaccati su di un prato...con i vasi e il pane appoggiati su una tovaglia da pic nic. C'è qualcosa forse che non sia permesso di fare!?

Inutile dire che la posizione veramente cristiana, veramente matura, veramente auspicabile e corretta è quella di chi aderisce in modo libero e consapevole alla sacra liturgia, alla liturgia così com'è codificata dalla Chiesa per l'oggi, senza alimentare inutili nostalgie estetiche, e soprattutto senza indulgere a devianze stravaganti

No dunque al tradizionalismo che sia un ritualismo vuoto, privo di spirito e pieno di fisime. 
No anche al modernismo, che è altrettanto vuoto nello spirito e che è pure irrispettoso della tradizione e del Mistero divino.
invece alla libertà nel rispetto delle regole liturgiche; sì alla messa partecipata da tutti, presieduta dai ministri odinati, e celebrata da tutta l'assemblea dei figli di Dio. Sì al rispetto dei ruoli che la chiesa affida a ciascuno secondo ciò che Dio le ispira.

A illuminare il cristiano nel discernimento fra una liturgia malata (in un senso o nell'altro) ed una "pura", è sempre lo spirito del vangelo che è poi lo spirito del Cristo. 
La preoccupazione del cristiano rispetto ad una celebrazione, è, infatti, quella di chiedersi che cosa piaccia o non piaccia, non all'uomo, ma a Dio, perchè è Dio il giudice del bene e del male. 
Ma come fa un cristiano a sapere in che cosa Dio si compiaccia e in che cosa no? Lo fa solo attaverso l'ascolto di Gesù. E' Gesù che gli rivela la vera volontà di Dio tramite il vangelo. E il vangelo va letto, interrogato e meditato continuamente. Dio parla attraverso tutta la Scrittura, ma parla ancora attraverso la Tradizione e il magistero della Chiesa; alla Chiesa, che è madre, bisogna concedere, da buoni figli, la giusta fiducia in materia di fede. 
Dio rivela il suo volere anche nel cuore del cristiano, quando quel cuore si lascia abitare dal suo Spirito e dal suo Amore.

MvB

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