venerdì 6 marzo 2015

L'offertorio

I doni dell'offertorio sono strettamente legati al sacrificio eucaristico, per questo è importante che le offerte siano essenzialmente il pane e il vino da consacrare sull'altare.
Così dice l'Ordinamento Generale del Messale Romano circa la preparazione dei doni:
«All’inizio della Liturgia eucaristica si portano all’altare i doni, che diventeranno il Corpo e il Sangue di Cristo.
Prima di tutto si prepara l’altare, o mensa del Signore, che è il centro di tutta la Liturgia eucaristica, ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale e il calice, se non viene preparato alla credenza.
Poi si portano le offerte: è bene che i fedeli presentino il pane e il vino; il sacerdote, o il diacono, li riceve in luogo opportuno e adatto e li depone sull’altare. Quantunque i fedeli non portino più, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e il suo significato spirituale.
Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, fuori della mensa eucaristica.» (Ord. Gen. Messale Romano, 73).
Se è consentito anche accompagnare il pane e il vino dell'offerta con altri doni, è bene però saper moderare con attenzione il tipo e l'uso di quei doni aggiuntivi onde evitare di cadere nella stravaganza o nel didascalico, o, peggio ancora, nel simbolismo forzoso.

Presso le comunità antiche le offerte del pane e del vino erano portate dai fedeli da casa fino al luogo della celebrazione. Oggi in genere non è così, il pane e il vino già sono in chiesa, ma sarebbe opportuno recuperare il gesto nella sua valenza simbolica, e far sì che almeno nei giorni della festa le offerte siano presentate dai fedeli in processione.

Ricevendo le offerte eucaristiche, il presbitero o il vescovo che presiede la Messa benedice Dio e ,o ringrazia per il pane e il vino ricevuti dalla sua bontà e che sono frutto della terra, della vite e del lavoro dell'uomo e li presenta perché diventino pane di vita e bevanda di salvezza.

Prima di sollevare e offrire il vino, il ministro ordinato o il diacono aggiunge una goccia d'acqua al vino che rappresenta l'unione ipostatica della divinità e umanità di Cristo. Ma rappresenta anche l'unione della nostra offerta con l'offerta perfetta di Cristo sulla Croce, insieme a ciascuno di noi. Ciò significa che noi partecipiamo del sacrificio di Cristo; è segno della partecipazione della nostra natura umana alla natura divina di Cristo.

È importante sapere e tener sempre presente che nel pane e nel vino sono rappresentati tutti i doni di Dio che nel sacrificio tornano a Lui. Ed è il momento di offrire noi stessi, con tutto ciò che siamo e che abbiamo. E il Signore poi ci riporta questa offerta trasformata in Lui stesso.
Quando c'è la presentazione dei doni si deve organizzare una processione, chi presenta i doni, quindi, deve prepararsi prima che essa inizi.

Come si preparano l'offertorio e la processione?

La processione

- Dopo la preghiera dei fedeli inizia la liturgia eucaristica, e questa, a sua volta, inizia con l'offertorio. La comunità si siede.
- Le offerte vengono recate dai fedeli, non dai ministranti dell'altare, che invece sono assistono il ministro che riceve i doni.
- Il ministro ordinato che presiede la celebrazione o il diacono si pone tra il presbiterio e la navata centrale della chiesa, assistito ai lati dai ministranti.
- La processione va effettuata possibilmente nel corridoio centrale della chiesa o nel transetto.
- Nella processione si devono sempre portare in primo luogo il pane e il vino eucaristici, poi gli altri doni che siano per il servizio dei poveri o della chiesa.
- I fedeli che recano i doni consegnano l'offerta e salutano il ministro inchinando leggermente il capo e tornano al proprio posto.

 Canto e commento

- Se oltre alle offerte eucaristiche del pane e del vino si portano altre offerte, è opportuno che siano precedute da una molto sintetica presentazione mai didascalica durante la processione.
- Quando non vi sia una presentazione, è bene che si esegua un canto appropriato, non uno qualsiasi, che deve avere inizio con la processione stessa.
«Il canto all’offertorio (Cf. n. 37, b) accompagna la processione con la quale si portano i doni; esso si protrae almeno fino a quando i doni sono stati deposti sull’altare. Le norme che regolano questo canto sono le stesse previste per il canto d’ingresso (Cfr. n. 48). 
È sempre possibile accompagnare con il canto i riti offertoriali, anche se non si svolge la processione con i doni. » (Ord. Gen. Messale Romano, 74).

Il denaro raccolto

- Il denaro che si raccoglie durante la processione offertoriale, fa parte anch'esso dell'offerta dei fedeli, e dev'essere perciò deposto in un luogo visibile, vicino all'altare, non portato direttamente in sacrestia.

 Doni simbolici

- Oggetti di altro tipo possono essere usati solo se hanno un forte carattere simbolico. Possono simboleggiare il ringraziamento a Dio, l'impegno di fedeltà verso di Lui, le buone azioni, il lavoro, ed ogni attività umana che sia degna di essere "portata" come sacrificio all'altare di Dio.
- Bisogna fare attenzione a ciò che si presenta ed avere il beneplacito del ministro che presiede la celebrazione.
- Tutto ciò che si presenta come dono all'altare dev'essere lasciato dove è stato posto fino al termine della celebrazione.

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